"Anche le cose più belle, in natura, appassiscono..."

venerdì, marzo 10, 2006

Biografia

Le notizie riguardanti la vita del Vecchio Saggio sono poche e frammentarie. Quel poco che del Maestro sappiamo proviene da fonti difficilmente rintracciabili, e spesso le storie che circondano la sua avventurosa esistenza si intrecciano direttamente alla leggenda. Alcuni antichi registri pontefici anagrafici riportano la sua data di nascita, Febbraro del 1326, e il luogo, un modesto casolare nei pressi di Roma, di cui la maggioranza degli storici concorda possa essere l'odierno quartiere di Casal Bertone. Nato da famiglia probabilmente povera, data appunto la condizione misera della sua nascita, paragonata addirittura a quella del redentore; si forma culturalmente nella Scuola della più vicina chiesa, la antichissima ed ancora esistnte Santa Maria Consolatrice. Riceve una formazione Tomistica dal suo insegnante, Claudio Lotitus, che però presto rinnega per arrivare ad una personale ed originale sintesi mistico-filosofica della vita, dopo aver ricevuto una illuminazione divina. Varie e spesso fantasiose sono le leggende che coprono di un alone di mistero l'evento, ma le fonti più autorevoli e gli studi degli esperti sembrano dare credito all'ipotesi di una apparizione in sogno di San Pietro, il quale ordinò al Vecchio Saggio una vita eremitica e serena, in stretto contatto con Dio, prescindendo la Chiesa.
L'approdo a questa nuova filosofia prevede inmfatti per prima cosa un forte rifiuto delle istituzioni ecclesiastiche esistenti, una avversione particolare per i sacerdoti, sintetizzata così dalla celeberrima frase "Mejo un carcio a un prete che due a 'na sora". Il Maestro si ritirò cosi sui freddi monti abbruzzesi, ma nessuno riuscì mai a scoprire il suo nascondiglio, nonostante le numerose, ma purtroppo vane, spedizioni. Spedizioni organizzate anche dalla chiesa stessa, visto il crescente numero di accoliti del Saggio che minavano la stabilità sociale. In tutto il XIV secolo infatti molti saggi e poesie arrivavano dai monti fino alle città, e rendevano la comunità dei fedeli del Saggio sempre più numerosa. Questi scritti incitavano alla rivolta verso le istituzioni in generale; e il Pontefice, ed i suoi sucessori, provvederono ad eliminare fisicamente gli accoliti del Saggio. Queste incredibili esecuzioni durarono per tuto il XV secolo e finirono solo nel XVI, quando si credeva ormai estinta la Setta Dei Vecchi Saggi, cosi come si erano chiamati i discepoli dell'Originale. Ma il Vecchio Saggio, come già appunto riportato, non fu mai trovato. Grazie al Suo puro e semplice stile di vita e, si dice, anche grazie al Suo diretto rapporto con Dio, ha raggiunto l'Immortalità. Ancora oggi pervengono a noi i Suoi scritti, che riportiamo fedelmente alla Vostra attenzione.